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Napoli, Verdi e il solito rifiuto: da Tolisso a Klaassen, la storia dei ‘no’ a De Laurentiis

Napoli su Klaassen

Un tempo era una scelta condivisibile, adesso sicuramente di meno e maggiormente opinabile. Dire di no ad un club importante come il Napoli, ora come ora, non è cosa facile. Aurelio De Laurentiis, in dieci anni circa, ha portato il Napoli dalla Serie C alla lotta per lo scudetto, grazie alla sua lungimiranza e alla capacità di sfruttare al massimo tutte le risorse a disposizione. Anche quando sono poche e serve una maggiore creatività per portare avanti la baracca. La crescita della società è stata però esponenziale, grazie alle grosse ambizioni della proprietà, e dunque anche gli obiettivi sono diventati man mano più importanti. Ma con una costante: c’è sempre stato chi non se l’è sentita di cambiare realtà e approdare in una piazza tanto importante quanto umorale e piena di pressioni. L’ultimo rifiuto in ordine cronologico è stato quello di Simone Verdi, per il quale il Napoli aveva già tutti gli accordi. L’esterno d’attacco del Bologna alla fine ha deciso di restarsene in Emilia e non effettuare un passo così importante adesso. Scelta da rispettare, ma sicuramente sulla quale si può discutere eccome.

RIFIUTI Quello dell’ex Empoli è soltanto l’ultimo di una serie di dinieghi che nel corso degli anni il Napoli ha collezionato. E’ una storia atavica, che ha radici ben più profonde rispetto al blasone di un club o ad una opportunità economica. Fa parte proprio della crescita ritrovarsi dinanzi a momenti difficili ed a rifiuti inaspettati. Andando indietro nel tempo, gli esempi non mancano. Nell’estate del 2016 Sime Vrsaljko, nome tornato di moda in queste settimane per la difesa azzurra, preferì l’Atletico Madrid, nonostante un’offerta simile da parte di Aurelio De Laurentiis, con cui l’ex Sassuolo avrebbe avuto certezza di giocare. Prima ancora c’erano stati anche i dinieghi di Maxime Gonalons e Corentin Tolisso, entrambi in forza all’Olympique Lione, che per detta stessa dell’agente Frederic Guerra dissero di no a causa delle voci negative che ruotavano attorno alla città. Soltanto dopo è stato chiarito che in realtà entrambi non se la sentivano di effettuare un passo così importante in quel periodo della propria carriera, proprio come sta accadendo in queste ore per Verdi. Ma i nomi sono tanti. Davy Klaassen è stato accostato al Napoli in numerose sessioni di mercato, salvo poi rifiutare definitivamente la destinazione partenopea per diventare un simbolo dell’Ajax. E invece quest’anno ha fatto le valigie ed è andato all’Everton.

FURIA DE LAURENTIIS Prima ancora, nell’estate del Mondiale vinto dalla Germania, la dirigenza azzurra aveva a lungo trattato il trasferimento in Campania di Cristoph Kramer, che in quel caso – da campione del mondo in pratica – non ritenne la squadra all’altezza delle sue ambizioni. Chissà se la pensa ancora allo stesso modo, ora che il Napoli è primo in Serie A e il suo Borussia Mönchengladbach è soltanto sesto in Bundesliga. Quello, commistionato alle titubanze dei vari Vecino, Boateng e Lassana Diarra (per i quali non si è mai spinto particolarmente, a onor del vero), con l’andare del tempo ha provocato la reazione di De Laurentiis. Un rifiuto su tutto fece andare su tutte le furie il patron, quello di Gianluca Lapadula che, due estati fa, a parità di offerte scelse il Milan per trovare maggiore spazio. Da quel momento il presidente azzurro fu chiaro: “Voglio soltanto persone innamorate di questa città e questo progetto”. E così è stato. E’ da ricondurre a questo discorso anche la palese insofferenza mostrata a Milano ieri sera, quand’era sicuro del ‘sì’ di Verdi. Ma forse poteva anche un po’ aspettarselo, se avesse dato un occhio alla storia. Difficilmente un calciatore che non s’era lasciato impressionare da subito dalle opere di convincimento del club alla fine è approdato al Napoli. L’eccezione che conferma la regola, però, si chiama Piotr Zielinski. Il centrocampista polacco aveva scelto inizialmente il Liverpool, cambiando poi idea grazie ad un lavoro ai fianchi partito da Castel Volturno. Ora la musica è diversa. Adesso se sei convinto va bene, altrimenti arrivederci e grazie. Tanto anche di fronte a ‘no’ ben più pesanti di quello di Verdi, il Napoli è saputo ripartire per rinforzarsi sempre di più.

Rassegna Stampa

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