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Le tragedie del calcio: disastri aerei e vittime in campo, le pagine nere del pallone

Calciatori morti in campo: da Morosini a Puerta, da Feher e Foè

In tanti se lo chiedono ancora, ma si poteva fare di più per evitare alcune di queste tragedie? Chissà, probabilmente doveva andar così per questi calciatori che hanno perso la vita facendo la cosa che amavano: giocare a calcio. Quando si parla di vita persa su un campo di gioco, è impossibile non pensare immediatamente a Piermario Morosini. Il caso del 24enne ha smosso l’Italia intera, anche i non amanti di questo sport. Il 24enne nativo di Bergamo è volato tra gli angeli il 14 aprile 2012 durante Pescara-Livorno. Dalle immagini che sono state mandate migliaia di volte in tv, si nota come il ragazzo ha lottato prima di accasciarsi definitivamente al suolo. Sulla morte di Morosini poi si son aperti diverse indagini, soprattutto riguardo il ritardo dell’ambulanza a prestar soccorso.

Ha fatto scalpore la doppia scomparsa in pochissimi giorni di Ekeng e Ribeiro. Ekeng era subentrato nel match tra Dinamo Bucarest e Vitorul Costanta. Dopo 7 minuti il camerunense si è accasciato a terra perdendo drammaticamente la vita. A poche ore dalla morte di Ekeng, in Brasile una vecchia conoscenza del calcio italiano, Bernardo Ribeiro, è stato stroncato da un infarto in una gara amatoriale. In Spagna la morte di Antonio Puerta ha lasciato un grande vuoto e ancora oggi è ricordata con grande dolore. Il futuro era suo, vista la giovane età e le grandi qualità. Puerta a soli 22 anni si è accasciato al suolo durante Siviglia-Getafe, poi ha ripreso conoscenza ed è tornato negli spogliatoi. Trasportato in ospedale, il difensore non ce l’ha fatta ed ha perso la vita. Resta vivo il ricordo del talentuoso Miklos Feher che in una gara tra Vitoria Gumaraes e Benfica è stato stroncato una trombosi polmonare. Il Benfica da quel 25 gennaio 2004 ha ritirato la maglia numero 29, mentre in Ungheria è stato innalzato un busto in sua memoria. Si rivelarono inutili i tentativi di rianimare Marc-Viviane Foé negli spogliatoi durante la sfida di tra Camerun e Colombia in Confederations Cup. Il camerunese fu soccorso subito dai compagni e dallo staff medico dopo aver capito che le condizioni erano davvero gravi. Una morte che scombussolò il mondo del calcio, vista anche la rilevanza dell’incontro.

Tornando un po’ dietro con gli anni, ricordiamo la tragica scomparsa di Andrea Bonatti. Dopo essersi affermato a grandi livelli con la maglia del Verona, decide di concludere la carriera nei dilettanti. Durante un incontro Bonferraro, Bonatti viene colto da un’emorragia celebrale e perde drammaticamente la vita. A Renato Curi è stato intitolato lo stadio di Perugia, a soli 24 anni in una sfida contro la Juventus si accasciò al suolo e perse la vita per un arresto cardiaco in seguito ad uno scatto.

Una scomparsa molto recente è quella di Cheik Tiotè, passato dal Newcastle al Beijing Enterprises, squadra militante nella Seconda Divisione Cinese, perse la vita per un arresto cardiaco durante un allenamento a soli 30 anni. Risale al 2009 la tragica scoperta a Coverciano della morte di Daniel Jarque, capitano dell’Espanyol che in ritiro in Italia con gli spagnoli fu ritrovato senza vita a causa di un’asistolia. L’Utrecht ha ritirato da tempo la maglia numero 4, di proprietà del difensore David Di Tommaso. Il classe ’79 fu stroncato da un infarto il giorno dopo un’importante vittoria contro il forte Ajax. Concludiamo con Giuliano Taccola, nel 1969 all’interno dello stadio Sant’Elia, il calciatore della Roma a soli 25 anni perse improvvisamente la vita per un arresto cardiaco. Si rivelarono del tutto inutili i soccorsi dei medici presenti.

La scomparsa di Davide Astori

Capitano della Fiorentina, amato e stimato da compagni e avversari, nella notte tra il 3 e il 4 marzo del 2018, si è spento Davide Astori, per una bradoaritmia cardiaca. In pratica, il suo cuore ha rallentato fino a fermarsi, mentre il calciatore dormiva in albergo a Udine, dove il giorno dopo sarebbe dovuto scendere in campo con la sua Viola. I compagni, insospettiti al mattino dal fatto che non era presente per la colazione, lui che generalmente arrivava per altro sempre in anticipo, hanno effettuato la tragica scoperta. La sua morte ha stretto in unico abbraccio addetti ai lavori e appassionati, che lo ricordano tuttora con affetto e soprattutto col sorriso che non lo ha mai abbandonato e sempre contraddistinto.

Disastri aerei: dal Grande Torino al Manchester United di Busby fino ai ragazzi della Chapocoense

Impossibile non citare la tragedia aerea di Superga del 4 maggio 1949 e quella che coinvolse la squadra brasiliana della Chapecoense a Medellin, in Colomba. Il Grande Torino era di ritorno da un’amichevole internazionale in Portogallo, mentre la compagine carioca avrebbe dovuto giocare la semifinale d’andata della Copa Sudamericana contro l’Atletico Nacional e invece in 71 persone tra calciatori, staff, dirigenti e giornalisti a seguito, persero la vita in quella drammatica occasione. Non da meno anche la tragedia dei “Busby Babes”, ovvero del Manchester United allenato da Matt Busby nel tragico incidente aereo a Monaco di Baviera del 1958 durante il quale persero la vita 23 dei 44 passeggeri, tra cui 8 calciatori della compagine inglese.

 

Rassegna Stampa

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