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Juventus, Sarri: “Coronamento della mia carriera. Napoli? Non mi sento un traditore”

Il giorno della presentazione di Maurizio Sarri è finalmente arrivato: “Sono molto felice di essere qui” ha esclamato il nuovo tecnico della Juventus dalla sala conferenze dell’Allianz Stadium. “Scelta rivoluzionaria per la mia carriera? Non penso, serve un percorso. A Napoli ero indeciso se continuare o meno, poi hanno presentato Ancelotti per colpa mia che non davo risposte. Io dopo scelsi di andare all’estero nonostante le offerte da squadre italiane, ed in Premier ho vissuto una grande esperienza. Per motivi personali però ho sentito l’esigenza di tornare in Italia, ed ora sono qui. La Juve è la squadra più importante nel nostro paese, è il coronamento di una lunga e difficile carriera. Credo di aver rispettato tutti, anche la mia professionalità”.

“Prime sensazioni? Mi ha colpito la determinazione della società nel chiamarmi, non mi era mai successo” ha proseguito Sarri, parlando poi del suo gioco: “In Italia le squadre rischiano molto di meno. Mi piace l’aria che si sta formando qui per gli allenatori che ci sono. Conte, Giampaolo, Fonseca, Ancelotti, De Zerbi… potremo vedere belle cose. Se sarò giudicato in base alla Champions? Io mi alzerò la mattina per studiare il modo di vincere ogni partita. Il risultato non sarà scontato, solo pensarlo vuol dire partire sconfitti. Vincere è sempre più difficile, ma è chiaro che la Juve viene vista come favorita in Italia. In Champions invece ci sono 8 o 9 squadre del nostro livello, abbiamo l’obiettivo di vincere anche lì ma sarà più dura”.

Cristiano Ronaldo? Allenarlo è un altro passo in avanti per me. Ho avuto tanti giocatori forti, ma lui detiene tutti i record possibili del calcio mondiale. Spero di fargliene battere un altro”. L’allenatore della Juve ha poi parlato del suo passato al Napoli: “Allora eravamo l’alternativa più credibile per battere la Juve, ho dato il 110% per provarci e lo rifarei ancora. Adesso però devo dare tutto me stesso per questa società. A Napoli mi vedono come traditore? Qualche giocatore pubblicamente ha detto alcune cose per essere apprezzato dall’ambiente, ma i messaggi in privato con me dicono altro. Io non mi sento un traditore, ma un professionista, nella vita ho sempre rispettato tutti dando il 110% su ogni panchina. Qui la mia filosofia di calcio rimane la stessa, ma nella pratica dovrò avere l’elasticità di adattare i giocatori ad essa”.

“Come si comporterà il San Paolo verso di me? Sarà comunque una manifestazione d’amore, sia se mi applaudiranno sia se mi fischieranno. Sono convinto di questo. De Laurentiis non l’ho sentito, ma lo ringrazierò sempre per avermi fatto vivere il sogno di allenare il Napoli”.

Rassegna Stampa

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