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Kalinic: “Con Gattuso il Milan andrà lontano. Atletico Madrid? non potevo dire di no”

Una stagione non proprio tranquilla quella dell’attaccante dell’Ateltico Madrid, arrivato in Spagna dopo due infelici avventure sia al Milan che al Mondiale. Non che la Croazia finalista sia andata male, anzi, ma Nikola Kalinic è stato cacciato dalla sua Nazionale durante la competizione: “Si è parlato già troppo di questa cosa, è una storia lunga ed ora voglio solo concentrarmi con l’Atléti. Certo che vorrei tornare in Nazionale, ma dovrà cambiare qualcosa” ha dichiarato a tal proposito l’attaccante in una lunga intervista ad As. L’ex rossonero si è poi soffermato sulla sua nuova parentesi in terra spagnola: “Sono felice, in Spagna non avevo mai giocato. Qua c’è un buon calcio, tutti giocano per vincere e non c’è tanta difesa come in Italia. All’Atletico non si può dire di no, la chiamata di Simeone mi ha fatto un immenso piacere. Mi ha detto che avrei giocato molte partite, ma so che sarà difficile perché ci sono attaccanti come Griezmann e Diego Costa. Sfrutterò ogni occasione”.

Kalinic ha parlato anche della sua avventura al Milan: “Per me lì è stata dura, perché non ho potuto fare la preseason con la squadra e mi sono dovuto allenare da solo a Spalato in attesa del trasferimento. Poi, una volta arrivato, ho anche avuto molti problemi fisici. I rossoneri sono un club abituato a vincere, vogliono risultati immediati, ma con undici giocatori nuovi serviva più tempo. Al Milan auguro il meglio, merita di lottare per la Champions. Gattuso è incredibile, fuori dal campo ride e scherza, ma in allenamento ed in partita dà tutto e pretende tutto. Mette pressione. È un pazzo, naturalmente in senso buono. È una grande persona e penso che il Milan con lui possa arrivare lontano”.

Infine, l’attaccante croato ha spiegato il suo rifiuto alla Cina ai tempi della Fiorentina: “Mi fecero un’offerta economica importantissima, ma io gioco perché amo il calcio e non solo per i soldi. Se avessi accettato, la mia carriera sarebbe praticamente finita e la mia famiglia non si sarebbe trovata bene lì. Non sarei stato felice in Cina”.

Rassegna Stampa

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