Parma ai piedi di Gervinho. L’esterno ivoriano è stato intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’ dopo lo strepitoso gol di sabato contro il Cagliari: “Il primo pensiero dopo il gol? Mi sono tornati in mente i giorni passati a giocare scalzo in Costa d’Avorio, nei campetti di Albidijan. Le scarpe ce le davano solo dopo tre anni e se superavamo determinati test. Quali? Il primo erano cinquanta colpi di testa contro il muro senza far cadere il pallone, poi con la coscia e poi con il piede, destro e sinistro. È stata la mia scuola di formazione, quando a 16 anni mi consegnarono la maglietta con il mio nome e la scarpette mi sentivo sulle nuvole“.
Sulla scelta di trasferirsi a Parma: “Qui sono stato accolto benissimo. Ho ricevuto tantissimo affetto e mi sono emozionato quando mi hanno fatto la standing ovation prima di uscire dal campo. La gente di Parma ha sofferto tanto prima di tornare in Serie A, le gare coi dilettanti ecc. Ho scelto Parma perché mi hanno fatto sentire importante. Io gioco di velocità, fantasia e istinto e vedere la gente felice per il mio gol è il regalo più bello“. Infine, sul rapporto con D’Aversa: “Con lui ho un bellissimo rapporto, mi dà e mi chiede consigli. Ci confrontiamo sempre. È un allenatore che parla molto col gruppo e fa sentire tutti importanti. A Parma sto bene, non è una piccola realtà e sogno di portare la squadra dove la sua storia merita: sul tetto d’Europa. Per ora pensiamo alla salvezza però“.
