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Stipendi arbitri Serie A: quanto percepiscono i direttori di gara italiani?

Pierluigi Collina

Pierluigi Collina, ex arbitro di Serie A e designatore UEFA

Protagonisti del nostro calcio, spesso i più chiacchierati. Semplicemente gli arbitri, molte volte argomento di discussione più di allenatori e calciatori. Ma quanto guadagna ogni direttore di gara in Serie A? Gli stipendi degli arbitri incidono sul bilancio del nostro calcio per circa 4 milioni di euro, distribuiti tra i vari ‘fischietti’ a seconda del numero di presenze, del ruolo svolto e dell’anzianità di servizio.

Quest’ultimo aspetto è fondamentale per stabilire lo stipendio base degli arbitri, che varia a seconda se siano internazionali o meno. Si va da una parte fissa di 45 mila euro per i novizi, agli 80 mila euro percepiti invece dai direttori di gara che arbitrano anche al di fuori dei confini della nostra nazione. Quota base alla quale poi vanno aggiunti i bonus ottenuti per ogni singola partita, quelli che Pierluigi Collina definì ‘parte meritocratica’. In Serie A ogni direzione vale 3800€ lordi, più i rimborsi di qualsiasi altri spesa (viaggio, vitto e alloggio).

Diversa, invece, la retribuzione qualora un arbitro venga mandato a fare il quarto uomo: in questo caso il bonus è di 500€. Il gettone di presenza, inoltre, varia a seconda delle competizioni. In Coppa Italia, ad esempio, è diverso per ogni fase: si va dai 1000€ dei primi turni fino ai 3800€ della finale, che viene quindi equiparata ad una partita di Serie A. In campo internazionale, invece, il bonus dipende dalla categoria dell’arbitro: gli elite guadagnano 4800€ a partita, mentre i neo internazionali guadagnano 1100€ per ogni direzione. Insomma, un buon arbitro di Serie A alla fine della stagione può arrivare a guadagnare circa 200 mila euro.

Discussi e chiacchierati, ma certamente ben retribuiti. Meno alte, invece, le cifre che riguardano i guardalinee. Si parte da una quota fissa più bassa rispetto a quella degli arbitri, di 23 mila euro l’anno. Il bonus di presenza, invece, è di 1000€ per ogni partita di Serie A mentre in campo internazionale si va dai 1400€ ai 1700€.

I limiti d’età e il doppio lavoro

La diversità dell’Italia rispetto ad altri paese, è che la carriera degli arbitri non è lunghissima. Chiaramente un buon direttore di gara può restare tanti anni in Serie A, ma fino al raggiungimento del limite dei 45 anni. Ecco perché, nonostante il lavoro di arbitro sia ben retribuito, in Italia si cerca sempre di avere una doppia professione. A differenza di quanto, invece, accade in paesi come Olanda ed Inghilterra, dove la carriera è certamente più lunga e, una volta preso il fischietto in mano, si può anche accantonare il vecchio lavoro.

In Italia non è così. Ed allora Orsato di Schio, dopo aver chiuso la sua carriera da arbitro, magari ritornerà a fare l’elettricista a tempo pieno. Poi c’è il ristoratore Giacomelli, il parrucchiere Tagliavento, gli avvocati Irrati e Damato, il vigile del fuoco Maresca, l’ingegnere Calvarese, i bancari Di Bello e Massa e l’antiquario Mazzoleni. Tutti lavori che i fischietti della nostra Serie A non hanno abbandonato. Perché il lavoro dell’arbitro è sì ben retribuito, ma non dura in eterno. Ed allora meglio non dimenticare da dove si è partiti…

Rassegna Stampa

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