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Arbitri e Var, Casarin: “Ci sono dei contrasti interni, non si sta lavorando bene”

La stagione degli arbitri in Italia non è di certo stata una delle migliori e l’avvento del Var ha peggiorato le cose.

L’ex arbitro Paolo Casarin ha raccontato a “La Gazzetta dello Sport” quali sono i problemi che attanagliano l’attuale sistema arbitrale: ” Sicuramente lo cosa che ha più penalizzato gli arbitri è stata la suddivisione della Can in A e B nel 2010. Quando ero designatore negli anni 90′ mandavo Collina ad arbitrare partite scomode in B e preferivo mettere degli esordienti in Serie A per fargli fare esperienza. Con questo nuovo sistema arbitrano praticamente le stesse persone e c’è una classe di arbitri ce sta ferma per una o due partite in attesa di essere designata. Nono conosco l’attuale designatore Rizzoli ma apprezzo il fatto che stia cercando di far fare esperienza a tutti, anche se il sistema non glielo consente più di tanto. Si da per scontato che gli arbitri più esperti siano i migliori, chi lo ha detto che i più giovani non sappiano gestire le classiche del nostro campionato? Il Var aiuta gli arbitri ma da l’impressione di poter mettere a chiunque il fischietto in bocca, male che vada l’arbitro viene aiutato dalla tecnologia. Non deve essere così, l’arbitro deve guadagnarsi la categoria a suon di prestazioni e in questo momento in Italia non funziona così. Il Var deve essere uno strumento che deve essere utilizzato in casi estremi, il coltello dal manico deve averlo sempre l’arbitro. C’è poca collaborazione tra arbitri, si sentono in competizione tra loro e non si riesce a lavorare bene. Tutti si sentono disorientati da questo nuovo sistema, anche le società e i calciatori. E’ un problema da risolvere a tavolino con tutte le autorità e gli organi competenti, deve esserci un dialogo tra tutti per capire come migliorare questo modo di arbitrare.”

Rassegna Stampa

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